L'attuale Palazzo Salvadori era originariamente un edificio nobiliare seicentesco di proprietà della potente famiglia Roccabruna, documentato nel 1837 da un acquerello ritrovato al Ferdinandeum Museum di Innsbruck.

Realizzato con materiali poveri ed in più interventi e tempi che ne hanno complicato notevolmente l'intervento di recupero all'originario impianto; questo fattore è abbastanza curioso, considerata l'importanza e la grande disponibilità anche economica della nobile famiglia. Al suo interno vi era una cappella, come da consuetudine in uso nelle residenze nobiliari di una certa importanza. Alla metà dell'Ottocento i baroni Salvadori, coeredi diretti della casata estintasi in linea retta nel 1835, trasformarono l'edificio in dimora signorile di stampo veneziano con il collocamento sulla facciata principale di due rampe di scale e le realizzazione del salone affrescato con ritratti e stemmi nobiliari (nella pavimentazione del salone si ritrova la data 1844). Nel corso della sua storia l'edificio ha subito diverse pesanti ristrutturazioni, in particolare negli anni cinquanta, che ne hanno alterato profondamente l'aspetto originario.Il palazzo passò dai Salvadori al comune in data 18 luglio 1898 per un corrispettivo di 45.000 fiorini austriaci. L'acquisto dell'immobile dal Barone Salvadori nasce dal rifiuto dello stesso di compartecipare a determinate spese, tra le quali quelle per la realizzazione del campanile. Vigeva infatti il principio secondo cui ognuno contribuiva al mantenimento e alla realizzazione delle opere in base alle sue facoltà e al reddito, e così gli amministratori del tempo gli proposero di acquistare non solo la Casa Nobile, ma anche masi e proprietà. Merita di essere citata poi la consegna dei fondi lottizzati dal comune e distribuiti alle varie famiglie che facevano richiesta di acquisto. Tali lotti e case venivano venduti direttamente a coloro che avevano le risorse finanziarie, e ceduti in affitto a coloro che non ne avevano. Successivamente, tutti i lotti e case furono venduti, tranne Palazzo Salvadori. Per far fronte al notevole impegno finanziario, il comune deliberò di sospendere i lavori di realizzazione del campanile, e di contrarre un mutuo con la Cassa di Risparmio di Trento di 35.000 fiorini – (allora non era ancora nata la locale Cassa Rurale). Finalmente anche le terre fertili diventarono proprietà del semplice contadino locale. Adibito fin dall'inizio a "casa sociale", e messo a disposizione della comunità, vi hanno trovato sede attività prettamente contadine al piano terra (come il macello) e al piano superiore un'osteria dopolavoro; nel salone affrescato si tenevano manifestazioni danzanti nelle occasioni di festa, si esibiva la locale filodrammatica. Vi aveva trovato sede l'asilo fino al 1956, l'ambulatorio medico, poi l'ufficio postale, abitazioni per insegnanti della scuola elementare. L'ultima inquilina del Palazzo fu la maestra Lucia Colombini.Nei primi anni quaranta è divenuta sede comunale, rimasta tale fino al 1992, quando il comune è ritornato a Castel Roccabruna. Restaurato infine nel 1999 ed inaugurato. La struttura presenta una superficie utile di circa 730 m² distribuita su tre piani. Al piano terra sono stati ricavati i depositi e gli spazi per il Circolo Anziani e l'Università della Terza Età per una superficie di 163 m² che comprendente anche una cucina attrezzata. Al "piano nobile" - oltre al salone decorato (che viene utilizzato per mostre permanenti, riunioni e come sala di rappresentanza del comune) sono messe a disposizione del punto di lettura della biblioteca quattro sale per complessivi 150 m². Infine al piano sottotetto sono stati ricavati ulteriori spazi da mettere a disposizione delle associazioni locali.